
Penultima partita di campionato. Amauri, da rosanero, varcherà per l'ultima volta la soglia che và dagli spogliatoi al campo verde del "Renzo Barbera". Di scena una partita, Palermo-Sampdoria, che non ha grossisimi stimoli se non quelli di un finale di stagione in cui si vuole lasciare un buon ricordo. Il campione brasiliano è "diventato" campione indiscusso a Palermo. Era già successo a Palermo, ma tutti sono concordi nel dire che "l'umanità di Amauri è indiscutibile tanto quanto la sua tecnica". Infatti, da quando le parole del brasiliano confermano quasi in toto la sicura cessione, si è scatenato un raffronto tra il brasiliano e l'ex bomber rosanero Luca Toni. Partiamo dalla diatriba tecnica: il lungagnone di Pavullo è un finalizzatore nato. Una via di mezzo tra Thomas Skuravy e Pippo Inzaghi. Forte di testa e con una ottima propensione al gioco di sponda ed alla protezione della palla. Amauri invece è il "giocatore completo", una via di mezzo tra Henry e Van Niilisterooy. E' uno che fa "reparto da solo", uno che in mezzo a 3 uomini è capace di saltarli ed andare ad insaccare con un tiro sul primo palo l'attonito portiere avversario. Tecnicamente i due giocatori sono molto diversi ed infatti, a pensare che avrebbero potuto giocare insieme, ci si immaggina una squadra da scudetto. Amauri però si è scrollato di dosso quasi subito l'ombra dell'attuale attaccante del Bayern Monaco. Certamente non ha avuto i numeri dell'italiano, ma ha subito un grave infortunio proprio nel suo periodo migliore e dopo un girone d'andata che aveva fatto sognare tutti i tifosi rosanero. Come non ricordare il Toni venuto da Brescia e che per 3 mesi sembrava essere uno scartino impaccatoci da Corioni? Diatriba "caratteriale": Dissimili anche fuori dal campo, dove Amauri è sempre presente e disponibile per tutti i suoi calorosissimi fans. Mai una parola fuori posto, mai una protesta eccessiva, sempre con la testa al 100% a favore dei compagni, mai un mugugno con tifosi o presidente. Ciò, tranne che nel periodo iniziale della permanenza dell'attaccante di Pavullo, non si è visto per Luca Toni che adesso rivendica pure che i mugugni del tifo fossero fomentati da dirigenza e giornalisti. Io ricordo che i tifosi erano legati a lui così tanto da mandarlo a gran voce in campo con la nazionale, che poi vinse grazie ad un suo gol. Cosi come dimentica le "sue" dichiarazioni all'indomani dell'arrivo a Firenze o su quale squadra gli sia rimasta nel cuore. Amauri invece è sincero e non "simula" con chi gli ha voluto bene anche durante il "forzato" periodo di riposo dopo il "fattaccio" di Siena-Palermo. Lui si è rifatto quest'anno dimostrando a tutti quanto sia campione dentro e fuori dal campo. "Le parole che non ti ho detto" è un film che, dal suo titolo, ci fa capire quante siano le cose che potremmo dire all'asso brasiliano durante la sua ultima partita a Palermo. Forse l'unica frase che senza retorica possa dimostrare l'affetto verso un leader ed un campione come Amauri è: SIAM VENUTI FIN QUI, SIAM VENUTI FIN QUI, PER VEDERE SEGNARE AMAURI! E chissà che lui ci ascolti e contro la Sampdoria possa regalarci uno dei suoi bellissimi gol per salutarci e ricordarci che un pezzettino del suo cuore rimarrà per sempre rosanero...
1 commento:
Buaaaah, mi vien da piangereee...
Vieniti a leggere il pezzo sul mio Blog, Tibe e chiaci anchi tu...
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